Aggiornamento dalla missione a Maison de Paix

Gianni Nicolì da Maison de Paix - 11 maggio 2022

11/05/2022

Mercoledì 11 maggio a Maison de Paix

 

Vivere, fare, parlare di scuola in Congo può essere sia facile che difficile. Facile perché, com'è ovvio si comprendere bene che l'ignoranza non paga mai, anzi comporta sempre costi molto alti. Quindi, da questo punto di vista, un paese in via di sviluppo come il Congo può trovare proprio nella scuola la leva per l'evoluzione culturale, sociale ed economica. Difficile perché la scuola in Congo è lo specchio e, se vogliamo la realtà in cui si concentrano tutte le speranze e le contraddizioni di questo grande paese, con la sua, ancora oggi sofferta storia, con la sua varietà e tipicità culturale anche nel contesto del continente africano. Se, per assurdo, chiudessimo di colpo la nostra scuola di Maison de paix a Ndunga, non diciamo si spegnerebbe il sole, ma quasi. In questo contesto è praticamente l'unica realtà di qualificazione sociale che esiste. I bambini qui non hanno altro. Qui si incontrano, imparano, giocano, sono trattati civilmente, con amore dovuto e conquistano piano piano non solo nuove conoscenze, ma soprattutto il senso della loro dignità personale, e non è poco per chi conosce questi luoghi. La nostra scuola è considerata una delle migliori della zona, ma tenere la qualità alta è un problema serio. La preparazione degli insegnanti, al netto della loro buona volontà, è migliorabile e da migliorarsi con interventi mirati di vario tipo, lo stato non sta pagando gli insegnanti giovani o quelli delle scuole più recenti che da noi a Maison de paix percepiscono più o meno solo 50 euro, mentre in altre scuole gli insegnanti più preparati esigono oltre i cento euro mensili o più. La vita qui è dura e ci si trova senza parole a poterlo spiegare. Inoltre i bambini non parlano correttamente il francese in quanto sono legati al Kikongo, la lingua locale che parlano in famiglia, ma gli insegnanti non sono poi più qualificati di loro. I bimbi sono belli simpatici e pieni di energia, ma i problemi di apprendimento sono veramente seri e gravi, c'è bisogno di una didattica speciale qui, altro che tutte le nostre sigle italiane BES, DSA, PEI etc... Ci si chiede cosa sarà di questa infanzia quando a fine giugno chiuderà  la scuola materna e il 19 luglio la primaria per le vacanze estive. La vita intorno la capanna, qualche lavoro domestico e il rapporto con la natura tenendo conto che i genitori sono occupati con il lavoro e la campagna e quindi sono praticamente lasciati a loro stessi. Si capisce perché qui i bambini non vogliono andare via dalle aule e chiedono sempre di restare ancora un po'. Per questo ogni aiuto economico e non solo, ogni investimento che facciamo a favore della scuola della missione è un sforzo ben fatto che porterà sicuramente molti buoni risultati anche nel prossimo futuro.

 

Gianni Nicolì

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